ea mosqueta

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…ed ecco che i veneziani, consapevoli di questo continuo entrare ed uscire dalla scenografia fantastica di calli, fondamente, campielli e palazzi si riunirono in “Fraglie” (fratellanze, confraternite, termine prettamente massone!), per cui istituirono le ” Compagnie della Calza “, gruppi di giovani bene della Venezia cinquecentesca che si riunivano per recitare e per organizzare feste mascherate ed altro. Di questo era convinto Carpaccio che aveva dipinto, qualche decennio prima le  scuole minori, perché le sue storie romanzate sulle vite dei Santi si adattavano più all’ambiente teatrale che a quello delle chiese. Le sue immagini infatti erano più accostabili a quelle contemporanee  degli amici che recitavano nelle compagnie della calza, che a quelle della chiesa legate all’iconografia liturgica.


compagno de la calsa nero

All’epoca quindi alcuni giovani, per lo più gentiluomini veneziani incominciarono, come detto, ad unirsi allo scopo di creare eventi, feste, rappresentazioni, dando così allegria e vivacità alla città. Ed a questo scopo, per dare un significato di appartenenza ad ogni “fraglia” si distinsero per l’uso di “pantaloni” di colore diverso il destro dal sinistro, chiamati calze, e coll’insegna della “Compagnia” ricamata in oro, perle e pietre preziose. Usavano inoltre un mantello di panno d’oro o damasco, con un lungo cappuccio, ed un berretto di stoffa preziosa con la punta ornata da un gioiello, che ricopriva in genere una chioma lunga e folta, a volte legata da un nastro di seta. A questi si aggiungevano anche le mogli o altre gentildonne, le quali portavano i simboli della Compagnia sopra una delle maniche.

Per formare una Compagnia della Calza  occorreva una licenza del Consiglio dei Dieci, quindi i soci compilavano uno statuto, dove, oltre alle altre regole si determinava la durata della compagnia, e venivano eletti un priore, un camerlengo, un segretario, due consiglieri, un cappellano, un nunzio ; a questi si aggiungevano un poeta, un architetto  ed un pittore. I membri della Compagnia che si sposavano dovevano organizzare due banchetti: uno in casa con musica e momarie (mascherate) , l’altro in casa della sposa dove doveva pagare il notaio, il cappellano ed il messaggio. Diverse furono le compagnie della Calza dal 1400 al 1562 ( arrivarono ad essere 43). I Pavoni, gli Accesi, i Fedeli, i Concordi, i Floridi, i Reali e i Sempiterni. A questa compagnia furono legati il Ruzante, Pietro Aretino che per loro scrisse la Commedia ” La Talanta”, il Vasari come scenografo, Tiziano ed il Palladio  che per loro costruì un teatro in legno.

E alla Compagnia della Calza si possono attribuire spettacoli all’aperto, rappresentazioni, caze de toro, e  le momarie, dove ci si vestiva in maschera e si svolgevano processioni lungo i canali dove venivano presentati i vizi e le virtù. Tutto ciò, legato alla musica, all’architettura, alla pittura ed all’arte in genere rese questa città un grande teatro, una grande scenografia che si avvale tutt’ora, per opera di sette famiglie veneziane, di una Compagnia della Calza ( dal 1972) che presta il suo fantastico impegno nell’occasione del Carnevale, e per continuare in una tradizione dell’arte a tutto tondo.
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il testo è tratto da Le Compagnie della calza: Teatro, arte e Carnevale a Venezia
l’immagine da Lionello Venturi, Le Compagnie della Calza Sec. XV-XVI,  Filippi Editore, Venezia 1983

 

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