kathakali

________________________________________________________________________________________

Il Khatakali è il classico teatro-danza dell’India del Sud. Un’arte di estrema energia che fonda in sé letteratura, teatro, danza e musica. I suoi movimenti vitali e armoniosi sono basati sul mimo, sul simbolismo e su magnifiche e raffinate espressioni teatrali. Il potere del Kathakali deriva dalla combinazione del contenuto emotivo delle storie degli dei Hindu, con la bellezza e la grazia della recitazione e della danza. Il Kathakali viene generalmente portato in scena da uomini e ragazzi, che hanno avuto un lungo addestramento fisico con esercizi tradizionali in antiche palestre, tali da rendere i loro corpi flessuosi e resistenti. Praticano inoltre un lungo tirocinio in “abhinayam” dove le emozioni vengono descritte attraverso movimenti facciali accompagnati da mudras, che rappresentano un completo linguaggio gestuale, e mette l’attore in grado di interpretare la storia e di comunicare con gli altri protagonisti e con il pubblico. I movimenti, i gesti, le espressioni facciali sono molto elaborate. Gli occhi, le sopracciglia, il mento, le labbra, il collo, tutto ha una funzione separata. Anche il più piccolo movimento del viso ha un suo intrinseco significato ed esprime un particolare sentimento od emozione. Nel Kathakali che significa “storia recitata”, gli attori rappresentano caratteri mitologici degli dei, uomini, eroi e demoni; scene d’amore, di battaglia, imprese eroiche, situazioni liriche, eccessi d’ira, cerimonie religiose che si fondono ad intrecciare il “testo” di una storia in cui si affermano sempre le migliori qualità dell’uomo e la presenza dell’Assoluto. I cantanti narrano la vicenda, mentre l’atore, accompagnato da percussioni e cembali, la interpreta servendosi delle mudra, descrittivo e simbolico movimento delle mani e delle dita, veri e propri ideogrammi per significare un oggetto,, un’azione, una parola; dell’abhinaya, cioè la rappresentazione delle emozioni e degli stati d’animo attraverso il volto; della danza (nritta). Forma cristallizzata della ricca tradizione teatrale del Kerala, culminante nell’arte della pantomima, la sua origine, circa 300 anni fa, proviene da antichi rituali e culti che si svolgevano nei templi hindu e le storie raccontate sono trattte dagli antichi poemi epici Mahabharata e Ramayana. Tradizionalmente lo spettacolo si svolge nel cortile di un tempio dal tramonto all’alba. Al centro della scena, una lampada ad olio bruci per tutta la notte a testimoniare la presenza delle divinità. Il sipario sta ad indicare il velo dell’illusione che avvolge tutta la realtà, ma che cadendo, dà la possibilità della conoscenza.
________________________________________________________________________________________________
Marise Noiseux – Puthanamoksham

La storia è tratta dal grande poema epico Hindù BhagavathamIl dio supremo Vishnu decide di scendere sulla terra a madhura, di incarnarsi nelle sembiamze del dio Krishna. Il crudele re Kamsa vuole uccidere il bambino e incarica di questo la demonessa Puthana, che, avvicinato il bambino dovrebbe allattarlo con il suo latte avvelenato. Sotto le sembianze di una bella fanciulla Puthana arriva a Madhura. Rimane incantata e per descrivere la bellezza delle cose viste, mima tutte le attività delle donne da lei incontrate: danza, suona, fa il burro. Arriva poi nel palazzo e vede il bambino Krishna. Alla sua vista dimentica la sua missione di morte, è intenerita e culla il bambino con affetto. Ma improvvisamente a rompere questo idillio interviene il ricordo dell’ordine di Kamsa, e mentre tutti dormono allatta il piccolo Dio. Krishna succhia il veleno, il latte, ma anche la vita stessa di Puthana. Lei si dibatte, piena di dolore e nella sua agonia. prima di morire il Dio si manifesta a lei nella sua forma cosmica e le dona la liberazione o Moksham.
_________________________________________________

MARYSE NOISEUX nata in Canada laureata in antropologia all’Università di Montreal, dopo essersi specializzata in teatro moderno e aver fondato un gruppo teatrale, nell’81 approda in India, con una borsa di studio dello “Shasrti Indo-Canadian Institute'” per studiare il Kathakali. Studia per 3 anni alla famosa scuola Unnay Warrier Smaraka Kalanilayam e continua il suo training grazie al contributo di borse ricevute dall’ Indian Council for Cultural Relations. Fondamentale per la sua futura vita d’artista è l’incontro con il maestro Sri. Kudamaloor Karunakaran Nair, uno tra i più grandi interpreti e maestri viventi di quest’arte. Insieme lavorano e fondano nel 1990 il centro Internazionale di arte e cultura “Satsangam” a Trivandrum (Kerala Sud India) che è diventato da alcuni anni un punto di riferimento fisso per gli stranieri desiderosi di iniziare o approfondire lo studio del Kathakali.
_________________________________________________frecciaDxG

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...