borgo porteo…

Padova_portello_1 (1)

Borgo Porteo
«Era sino al principio dell’Ottocento il sito più animato di Padova, perché per esso passavano quanti da questa città o per acqua o per terra andavano a Venezia. È abitato per la massima parte da famiglie povere di popolani, fra i quali molti beccai, già celebri per le tremende risse che sostenevano cogli studenti. Dalle finestre sporgono di frequente lunghi stangoni che sostengono biancheria ed altre cose poste ad asciugare». (Ottone Brentari, Guida di Padova 1891)


Nel Medioevo a Padova veniva chiamato “portello” qualsiasi apertura o porta ricavata nelle vecchie muraglie di difesa della città per far passare uomini e merci dirette ai centri lagunari di Chioggia e di Venezia, oppure alle campagne confinanti, ed è proprio da questa analogia che deriva il nome del popolare quartiere padovano Borgo Portello.
Le più antiche notizie relative alla zona Portello riferiscono che il luogo fu utilizzato come area cimiteriale dai più antichi abitatori di Padova, conosciuti come “Paleoveneti” (I millennio a.C.). A quei tempi Padova non aveva mura di difesa, né case o strade o porte monumentali, quindi la zona era del tutto disabitata, incolta e periferica al nucleo abitativo paleoveneto. A cavallo tra il XV e il XVI secolo, con l’espansione della Repubblica Veneta, Padova fu palcoscenico di guerra nello scontro del 1509 fra la Lega antiveneziana di Cambrai e la Repubblica Veneta. Nel 1523, quando fu ristabilita la pace, Padova trascorse in seguito un periodo di rifacimento del tracciato delle mura trecentesche. La zona Portello-Ognissanti fu in questa occasione sconvolta da grandiosi lavori che portarono anche alla costruzione di un Castelnuovo, ovvero il Nuovo Castello di Padova, che non fu mai terminato, e del cui progetto oggi rimangono solo alcuni bastioni: il Bastione del Portello Vecchio, il Bastione di Castelnuovo o Gradenigo e il Bastione del Portello Nuovo o Venier, su cui è ancora ben visibile la nicchia in cui è alloggiata una copia del Leone di San Marco, che, dopo il suo ritrovamento a metà dell’800 nelle acque melmose del fossato ai piedi del bastione e un conseguente restauro, fu acquistato e infisso nel palazzo romano sede delle Assicurazioni Generali. (tratto da lavecchiapadova)


bragadin_michielIl Borgo Portello vero e proprio è costituito dalla via che porta quel nome, ben delimitata a un’estremità dalla Porta Ognissanti, che nessuno chiama con il suo nome ufficiale, e all’altra trova la quinta prospettica del settecentesco Palazzo Michiel, residenza di Giacomo Casanova, situato praticamente all’incrocio delle quattro vie Belzoni, Tiepolo, Ognissanti, Portello; sulla sua facciata Tono Zancanaro, l’illustratore della Padova popolare del ’900, era solito evocare nei suoi lavori geni alati e altri spiriti che osservavano l’animata vita del quartiere.


porta ognissantiQuest’area possiede un’identità storica che affonda le radici nelle vicende più antiche di Padova, quelle che conosciamo solo dalle ricostruzioni archeologiche, in epoche che si spingono fino all’inizio del I millennio a. C., quando sorsero i primi insediamenti che avrebbero dato vita alla Padova dei Veneti Antichi. In quel tempo la zona che ci interessa era attraversata dal fiume attorno a cui sorse la città (Brenta secondo alcuni, Bacchiglione secondo altri), che circondava serpeggiando l’abitato antico, che doveva iniziare proprio sulla riva destra del fiume nella zona attuale di Santa Sofia. Sulla riva esterna sorgevano invece le necropoli, la vasta città dei morti; le tombe sono risultate di un periodo che va dal IX – VIII secolo a.C. al I secolo a.C.. Già all’epoca Borgo Portello era la “porta” di Padova, quella che accoglieva i viaggiatori e i mercanti che arrivavano da oriente sia via terra che lungo il fiume; ma fu in epoca romana che probabilmente sorse il primo porto fluviale nella zona, probabilmente nell’area occupata attualmente dalla chiesa di Ognissanti, che doveva avere una funzione di alleggerimento rispetto al porto principale che si trovava nel centro della città. In questo periodo, dunque, deve aver avuto inizio la vita residenziale della zona del Portello. All’inizio del XIII secolo fu scavato su iniziativa del Comune padovano il canale Piovego, probabile deformazione della parola latina populus, quando era imprescindibile recuperare una via di traffico commerciale con la zona orientale del Veneto e in particolare con la ricca Venezia. (tratto da Guida realizzata nell’ambito del progetto Il Portello Segreto I sorprendenti luoghi segreti del Portello finalmente svelati, Universal Grafiche- Mestrino – Giugno 2016)


continua…

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