who killed our theatre




…ringraziamo innanzitutto il Dott. Cristiano Cadoni e Il Mattino di Padova (che a differenza dell’indifferenza de Il Gazzettino) ha pubblicato per la seconda volta, nel giro di questi quattro anni di vessazioni da parte del Comune di Padova, un secondo articolo sulla nostra vicenda. Entrando nel merito dello stesso, ci appare estremamente esplicativo della condizione di danno materiale, esilio, e di condanna a morte delle nostre attività (che non potranno essere chiaramente svolte in due stanzette di 11 mq, non 24 ciascuna come riportato; ma lo sbaglio è stato nostro e non del giornalista). Per quanto riguarda l’ultima parte, la chiosa per par condicio dell’assessore Colasio (colui che ci ha cacciato), riguardo l’apprezzamento del ns. centro di documentazione (che gli fa gola) e riconosciuto dalla Regione Veneto, non c’è nessuna soluzione da trovare: l’unica certezza è che non lasceremo il fondo documentale/patrimonio bibliografico e video-grafico. del ns. centro di documentazione, al Comune e/o alla città di Padova, per colpa sua. Per chi volesse consultare parte del fondo documentale del centro di documentazione pubblicato (tanto il Colasio l’ha già fatto…)


Bisogna cavalcare le circostanze,
è così che si determina il corso degli avvenimenti,
che si costruisce il martello che infrange le costrizioni.

Una perdita, una privazione. una mancanza. un’esclusione
ecco le ferite che circoscrivono l’essenziale
Bisogna estrarre il difficile dal difficile…
Eugenio Barba uno dei nostri maestri di teatro

LA SINISTRA (?) VUOLE RIMUOVERE LA CULTURA A PADOVA ovvero
Senza cultura l’Italia finirà in mano ai cretini(Ennio Flaiano)
Non e ostante la nostra più che trentennale attività teatrale sia riconosciuta anche a livello internazionale, le varie Giunte comunali succedutesi nel tempo, ci hanno sempre considerati alla stregua di un manipolo di sordi pronti ad eseguire una sinfonia di Beethoven senza strumenti.
L’attuale Giunta civica sinistra, dicesi di sinistra, cappeggiata dalla triade, Giordani, Micalizzi, Colasio, non fa eccezione. Ma la Storia non finisce qui. (l’articolo continua…)

p.s. sopra le nostre collaborazioni con Enti e Istituzioni, Artisti e Scientifiche in 10 anni di attività; oggi ne festeggiamo più di 30 e annoveriamo tra le Istituzioni anche l’invito a noi rivolto e ossequiato, dell’Ambasciata del Qatar a Roma nell’anniversario del 40° anno dalla fondazione, a seguito del rilievo internazionale avuto dal ns. spettacolo del 2006, “Palestine Behind The Wall / we are in the same tear (video)”. Non crediamo tuttavia che l’Assessore di Sinistra (?) alla Cultura, Andrea Colasio (quello che ci vuole cacciare), annoveri nelle sue collaborazioni il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in occasione della ns. ideazione e realizzazione a Padova, di SEGNI LATENTI 1° Festival Internazionale del Teatro Impegnato nel Disagio Psichico (1999)Teatro & Psichiatria.


Da oltre trent’anni con le nostre associazioni laboratorio Artaud centro di ricerca teatrale e REMAKE circolo culturale cinematografico popolare, svolgiamo le nostre attività culturali nella nostra sede in Padova, il cosiddetto edificio a L dell’Ex-Macello di via Cornaro, in fondo al parco didattico. Il laboratorio Artaud opera, nel campo teatrale e nella stessa sede da più di 35 anni, mentre REMAKE nasce e si aggrega nello stesso spazio nel 2012; lo stesso spazio ospita il Centro di Documentazione sulle Arti Performative del XXI° secolo NANAQUI, riconosciuto come biblioteca dalla Regione del Veneto, con dichiarazione di interesse locale. Il fondo documentale della biblioteca è di circa 2000 testi e di circa 900 video in DVD e VHS.


L’Archivio del Centro di Documentazione viene ampiamente citato e descritto  a pag. 134-135, nell’originale Tesi di Laurea Magistrale della Laureanda Benedetta Bruzzese dal titolo “Il Teatro in Soffitta. Gli Archivi Teatrali in Italia e il caso dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.” Relatore Ch. Prof. Carmelo Alberti / Correlatrice Ch. Prof.ssa Monica Calcagno / Laureanda Benedetta Bruzzese / Anno Accademico 2014 / 2015 / 317 pag.Corso di Laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali (CLASSE DI LAUREA LM-76) /Università Ca’ Foscari di Venezia / disponile a questo indirizzo web.
…un Assessore alla Cultura che caccia la Cultura…quantomeno strambo…


In tutti questi anni di permanenza nella ns. storica sede, abbiamo evitato con la ns. presenza e attraverso corsi, seminari, laboratori, festival e spettacoli, il degrado dell’area, curato l’esterno, tenuto lontano tossici e malviventi ed effettuato numerose migliorie dello stabile: pavimentazione della sala teatrale completamente in parquet, sistemazione delle finestre originali in ferro, controfinestratura con finestre in legno, sabbiatura dei muri a vista, costruzione di porte esterne, controsoffittatura, impianti elettrici a norma, illuminazione con lampade al neon, costruzione ed installazione di americane per fari teatrali, etc…tutto a ns. spese! In questa galleria fotografica il nostro stile ed estetica oltre alla cura e le migliorie che abbiamo realizzato nel fabbricato!


Trattandosi di spazi di proprietà comunale, occupati sin dal 1977, più e più volte abbiamo richiesto formalmente, alle varie Giunte succedutesi, un riconoscimento ufficiale, attraverso una concessione o un comodato d’uso dello spazio occupato; senza aver mai ricevuto risposta.
Tutto comincia nel periodo del Covid (gennaio 2020) dopo che il sindaco Giordani, sgombera con ordinanza municipale la palazzina principale A dell’Ex Macello di via Cornaro occupata dalla CLAC; ma oltre a quello cambia i lucchetti e le chiavi del cancello principale d’ingresso, impedendo l’accesso o l’uscita a chiunque si avventurasse per visita di piacere o per attività (come la nostra) all’interno della struttura. Contravvenendo alle indicazioni dell’allora Questore/Prefetto del Comune di Padova, che chiamato al telefono, su nostra richiesta, da un agente di Pubblica Sicurezza presente allo sgombero, riferiva che l’ordinanza era esclusivamente rivolta agli occupanti e/o alla palazzina A sopra descritta, sembra per problemi di staticità della stessa.


Circostanza, quella della chiusura con nuove chiavi, catene e lucchetti del cancello di entrata principale dell’Ex-Macello, che impedì l’accesso agli stabili occupati da altre associazioni non oggetto dell’ordinanza di sgombero (tra cui le nostre) e contestualmente creò incidenti di “sequestro di persona”, cioè persone che si ritrovavano rinchiuse all’interno della struttura, costrette a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, oltre a produrre qualche denuncia, con relativa e annessa causa. Qualche anno fa, cioè fine del 2022, inizio 2023 lo stesso Sindaco, a fronte di numerose lamentele e di numerose richieste delle chiavi di accesso, anche da parte nostra, fu costretto ad affidare l’incarico di custode, ad uno degli anziani volontari del Comune di Padova, che apre, a tutt’oggi i suddetti cancelli alle ore 9.00 circa la mattina, e li richiude la sera precisamente alle 17.30.


“Sequestrati di persona” da Giordani & Company, cancello ex macello chiuso.

ore 18:50 dopo le prove con l’attrice per lo spettacolo Arte mi sia Gentil eschi


Questa situazione di non-accessibilità alla nostra sede e ai nostri beni, si inasprì prima durante il periodo del Covid, addirittura impedendo qualsiasi accesso, poi prorogata adducendo l’inagibilità del parco dovuta al pericolo “caduta alberi” e “lavori edili sullo stabile ex deposito di computer di Francesco Piva” e così prorogata dal gennaio 2020 fino alla concessione del Sindaco di Centrosinistra Giordani di far aprire il cancello da un custode, con orario da egli stesso unilateralmente deciso, di cui sopra; ma alcune associazioni e persone avevano le chiavi di accesso dei cancelli e continuavano le loro attività indisturbati.
Ritorneremo sulla “caduta degli alberi/condizione del parco“, sui “lavori edili sullo stabile ex deposito di computer” e sulle associazioni in possesso delle chiavi di accesso, nello sviluppo della storia.


segue contestazioni a Giordani sulla concessione delle chiavi di accesso all’Ex-Macello


segue risposta del Comune di Padova a ns. Pec sulla concessione delle chiavi di accesso all’Ex-Macello

Si noti nell’ultimo pdf la laconica mancanza dell’oggetto in prima pagina, la pulizia dello stile (comunale), ovvero la cancellatura in nero e l’omissione del nome del Responsabile Planetario, nella seconda.


Nel mese di marzo 2020, cominciamo a subire di seguito tre furti nella ns. sede, regolarmente denunciati ai carabinieri, per un valore di circa 6000 €; furti avvenuti in virtù della nostra coatta non-presenza in loco e che sono stati compiuti attraverso delle impalcature (ponteggi) installate dalla ditta vincitrice dell’appalto del Comune di Padova, relativo ai lavori di restauro della cinta muraria della Golena San Massimo; ponteggi dai quali i ladri sono entrati dalle nostre finestre, asportando i ns. beni attraverso queste strutture. Qui sotto articolo e foto della refurtiva depositati sul ponteggio, apparsi sul quotidiano locale il Mattino di Padova, del 21 aprile 2020, con la chiosa in prima battuta: “Le associazioni non possono più entrare, ma i ladri sì” a firma Silvia Quaranta.


Ma le denunce, guarda caso, non hanno seguito e il Gip decide per l’archiviazione.
Purtroppo la coalizione del centrosinistra (ma che sinistra?) viene confermata anche alle ultime amministrative e la triade Giordani (Sindaco), Micalizzi (Vicesindaco), Colasio (Cultura) torna all’attacco: non contenti dei danni già arrecati, chiedono formalmente che le ns. associazioni lascino gli spazi occupati da oltre trent’anni per un progetto di ristrutturazione dello stabile (parte del sogno narcisistico e improbabile di Colasio, quello di costruire la Città della Scienza, all’Ex-Macello). L’intento, almeno sulla carta, è quello di trasformare la ns. sede in uno stabile che preveda poi un successivo utilizzo come sale polivalenti (si tratta di 100 mq totali, non di 500 mq) da mettere a disposizione (a turno) di altre associazioni cittadine (probabilmente con tessera ARCI, serbatoio di voti per il PD di Colasio); senza alcuna garanzia per le ns. associazioni di ritornarvi dopo i lavori di ristrutturazione. Proponendo a noi stessi delle alternative di spazi in concessione, semplicemente indecenti e non idonei alla continuazione delle ns. attività.
In sintesi, cacciano delle associazioni titolate e stabili, per sostituirle con altre, anonime e provvisorie; logica che riflette il modus operandi di questa sinistra sinistra a Padova, in questi anni.


Ma contestualmente infrangono lo Statuto Comunale da loro approvato, esattamente ne:
Art.3 Finalità, comma 1: “Il Comune rappresenta e tutela la propria Comunità e, facendo proprio quanto sancito dalla Dichiarazione universale dei Diritti Umani, dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dalla Costituzione Italiana, ispira la sua azione sociale ed amministrativa ai valori di libertà, democrazia, equità, solidarietà e pari opportunità tra i cittadini senza distinzioni di sesso, provenienza geografica, lingua, religione, orientamento sessuale e identità di genere.”
Art.3 Finalità, comma 3: “Il Comune tutela e promuove i valori culturali, sociali e ambientali che rappresentano il patrimonio di Storia e tradizioni della Comunità e costituiscono motivo determinante per il suo sviluppo sostenibile.”
Art.5 Esercizio delle funzioni, paragrafo e: “tutela del patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale della Comunità valorizzandolo, conservandolo nel modo più idoneo e rendendo fruibili i beni che lo costituiscono.”
Art.15 Iniziative dei cittadini, comma 3: “Il Comune valorizza e promuove le iniziative dei cittadini dirette a costituire libere associazioni senza scopo di lucro aventi come finalità quella di favorire lo sviluppo socio-economico, politico e culturale della comunità locale.”
Art. 19 Associazioni, comma 1: “Il Comune riconosce e promuove il valore delle libere associazioni senza scopo di lucro costituite dai cittadini con il fine di concorrere al bene comune della popolazione mediante attività culturali, sociali ed economiche ispirate al principio di democraticità e di sussidiarietà.”


segue Progetto di fattibilità tecnico-economica ex macello di via cornaro – restauro del fabbricato dei servizi accessori del Comune di Padova ( a pag. 8 il sogno improbabile di Colasio, a pag.22-23 gli interventi previsti nella ns. sede, in parte nella mappatura segnata con il numero 13)


Nella cucina del frattempo, come direbbe Bergonzoni, veniamo/vengo convocato per un incontro/udienza con il Sindaco di Padova Dott. Giordani; da ns. esplicita richiesta del motivo di tale udienza alla segreteria del sindaco, ci viene detto che non lo sanno nemmeno loro. Una convocazione misteriosa.
In quella circostanza, Giordani con un fare tra il finto-bonario e l’imprenditoriale-sbrigativo, che lo contraddistingue, tenta di convincermi che l’unica soluzione fosse quella di accettare 35 mq circa in quel della Guizza, una specie di negozio. Ipso facto (lui) chiama al telefono il suo braccio destro Dott. Andrea Micalizzi, per chiedergli se quel negozio fosse ancora disponibile (p.s. negozio è termine usato del mercante Pantalone nella Commedia dell’Arte per indicare un affare non sempre pulito; l’affinità sembra elettiva, direbbe Goethe). Alla risposta chiaramente affermativa, se non preparata, di Micalizzi, conclude (sempre lui, il Sindaco) che il gioco è fatto: dobbiamo accettare la sua proposta, altrimenti altra ordinanza di sgombero, questa volta per noi. Ma si sbagliava il Sindaco Sbrigatutto: non accettiamo.


E’ giocoforza il fatto di essere costretti a tutelarci con un avvocato (all’inizio erano due, poichè si prefigurava ancora il penale per via dei furti) e qui iniziano le trattative attraverso ben due o tre incontri (presenti e presentati i ns. avvocati), nella sede del Settore Patrimonio e Partecipazioni del Comune di Padova. Responsabili del procedimento del bandimento/espulsione dalla ns. storica sede il Dirigente Capo Settore Dott. Luca Contato e la Dott.ssa Stefania Bettella. La nostra umile richiesta prevedeva due opzioni: la prima rimanere nella ns. sede storica con una concessione/comodato d’uso in regime di un ragionevole affitto (come previsto dal DECRETO del PRESIDENTE della REPUBBLICA 13 settembre 2005, n. 296 – Regolamento concernente i criteri e le modalità di concessione in uso e in locazione dei beni immobili appartenenti allo Stato) o, in alternativa, avere in concessione uno spazio con caratteristiche similari a quello che lasciavamo; cioè una sala dove fare teatro e una segreteria per ospitare il centro di documentazione.


Prega, riprega, fiabe, le proposte che ci vengono fatte dalla triade del Comune di Padova sono in ordine: 1. una specie di ufficio al primo piano di 40 mq a Mortise (fuori città e più adatto ad una compagnia di assicurazioni, piuttosto che ad una teatrale, figura 1)…rifiutiamo
2. l’ex dazio di Corso Garibaldi in centro Padova, due sale al primo piano (figura 2) e la disponibilità, assieme alle altre associazioni ospitate di poter utilizzare la sala grande (figura 3)… rifiutiamo, per più motivi: problemi di scarico e scarico per le nostre attività, considerando di essere al primo piano e in centro città; la sala grande, messa a disposizione delle associazioni ivi presenti, (di cui nella foto, non si riesce a leggere nemmeno la metratura) si rivela ingombra di armadi e sedie a tal punto da servire esclusivamente per una chiaccherata tra amici.


…si noti anche in queste immagini, inviateci dal Settore Patrimonio e Partecipazione, la pulizia formale e lo stile dei documenti fumee…


La quarta proposta, di cui non abbiamo ricevuto planimetrie sembra, era invece un magazzino di 250 mq in via Austria, nella zona industriale di Padova. Anche se affiancato da altre attività commerciali e un po’ fuori mano, la proposta ci interessa (più che altro perché permette di mettere al sicuro il Centro di Documentazione e numerosi materiali di scena, accumulati in più di trent’anni di attività)…decidiamo di accettare, anche se non era chiaro, che onere annuale o mensile avremmo dovuto sborsare…(p.s. se della sede che abbiamo dovuto accettare alla fine, sotto la continua minaccia di uno sgombero coatto, in via Montà, che consta di due stanze di 24 mq ciascuna, ci chiedono 1564,96€ all’anno, cioè 122,08 mensili comprensive di utenze a carattere forfettario, che andremo a chiarire, quanto ci potevano chiedere di 250 mq?…in realtà ci chiederanno 285€/mensili, solo di affitto. In tutti i casi accettiamo, come riportato sopra, ma qui viene il bello…… (continua)


La comunicazione della ns. accettazione del magazzino in via Austria, di cui sopra, viene comunicata e inviata via mail dai ns. avvocati, ai responsabili del Settore Patrimonio e Partecipazione del Comune di Padova, l’11.10.2022:
Gentilissimi, con riferimento al sopralluogo svolto in data 6.10.2022, sono a comunicarVi che le associazioni nostre assistite potrebbero valutare positivamente l’immobile proposto ad uso deposito/magazzino temporaneo. A tale proposito – e prima di assumere qualsivoglia decisione – siamo a chiederVi gentilmente di specificarci le condizioni relative alla messa a disposizione del medesimo (costi, durata del contratto, particolari oneri ove ve ne fossero, ecc.).
Restiamo in attesa di un Vostro cortese riscontro.
Molto cordialmente

(seguono firme)


Il 16.11.2022, esattamente più di un mese dopo, riceviamo una mail dai ns. avvocati (documentabile) il cui essenziale e laconico contenuto è: …”ad oggi non abbiamo alcuna novità dal Comune“; cioè i responsabili del Settore Patrimonio e Partecipazione non hanno risposto per più di un mese…nonostante sembra che avessero fretta di sgombrarci…Il Comune Silente….


Il 15.12.2022, esattamente 2 mesi e 4 giorni (di letargo) dopo la mail della ns. accettazione di cui sopra, riceviamo, come laboratorio Artaud, una PEC dal Comune di Padova – Settore Patrimonio e Partecipazione – Ufficio Gestione Amministrativa, con OGGETTO: concessione Magazzino via Austria n. 9 int 7, e a firma Dott.ssa Stefania Bettella; ma non sappiamo di riceverla poiché da tempo non aprivamo la posta certificata, dal momento che tutte le comunicazioni dovevano passare per i ns. avvocati.


Il 28.2.2023 riceviamo, sempre come laboratorio Artaud un’altra PEC dal Comune, sempre dallo stesso Settore, sempre con la stessa firma e Ufficio, con OGGETTO: sollecito risposta concessione Magazzino via Austria n. 9 int 7; ma come sopra non sappiamo di riceverla e i ns, avvocati non vengono avvisati, come visibile nei destinatari nel pdf. Con questa nuova PEC i toni si alzano: “Sollecitiamo pertanto una Vostra risposta precisando che se non siete intenzionati allo spostamento nella sede proposta, quando inizieranno i lavori di via Cornaro n 1 dovrete trovare in maniera autonoma una nuova sistemazione, lasciando i locali di proprietà comunale liberi e sgomberi da persone o cose. In caso contrario procederemo allo sgombro (non è un refuso di stampa, hanno scritto proprio così, sgombro) in via di autotutela con spese a Vostro carico.” Alleghiamo alla presente la proposta non vincolante di concessione dei locali già inviata. (di cui non sembra esservi traccia). Con invito a voler cortesemente dare riscontro entro 15 giorni dal ricevimento della presente, (adesso loro hanno fretta).
porgiamo distinti saluti.


Un mese dopo, il 28.3.2023 la storia si ripete. Stessa PEC, stesso settore, stesso ufficio, stessa firma, stesso OGGETTO di cui sopra, stessa omissione nei destinatari, cioè gli avvocati, stessi toni, stesso sgombro; questa volta la proposta non vincolante/condizioni c’è, e anche lo stesso invito allo sgombro entro 15 giorni dal ricevimento della presente. Ma come sopra non sappiamo di riceverla e i ns, avvocati non vengono avvisati, come visibile nei destinatari nel pdf.


Il 26.10.2023 riceviamo come laboratorio Artaud via posta elettronica e anche gli altri due avvocati ugualmente (che strano) la seguente mail dal Vicesindaco Micalizzi, (ma firmata anche dall’Assessore Colasio), di seguito riportata integralmente.
Oggetto: sede associativa
Egregi, il 24 ottobre, l’assessore Colasio ha portato in Giunta la delibera con cui è stato approvato il progetto esecutivo relativo alla ristrutturazione dell’edificio a L facente parte del complesso architettonico dell’ex macello di via Cornaro. A breve si procederà con il bando per i lavori di ristrutturazione e l’amministrazione dovrà necessariamente procedere con l’avvio dei lavori stessi. Come a voi noto, si è deciso che tale bene dovrà avere una chiara destinazione pubblica e che pertanto la sua gestione rientrerà all’interno del regolamento dei beni comuni. Come esplicitato nei vari incontri intercorsi tra questa Amministrazione e le associazioni che voi rappresentate, lo spostamento ad altra sede delle suddette associazioni è condicio sine qua non sia per l’inizio dei lavori, sia per una gestione a bene comune del medesimo edificio.
Vi ricordiamo che più volte questa amministrazione vi ha prospettato la possibilità di poter usufruire di altri spazi alternativi a quelli che voi state attualmente utilizzando. Ci è dispiaciuto che non vi siate presentati alla riunione a cui vi avevamo invitato il 12/10/2023 alle ore 12.30 presso l’ufficio del Vicesindaco Micalizzi, a cui ha preso parte anche l’Assessore alla Cultura Colasio. 
L’incontro, come vi avevamo anticipato, serviva a stabilire come consentirvi di avere una sede anche nella concomitanza degli imminenti lavori di sistemazione e di urgente messa in sicurezza della sede di proprietà comunale, che attualmente occupate tra l’altro senza titolo. Abbiamo a cuore l’attività di tutto il tessuto associativo, ma senza un’interlocuzione con voi, siamo nell’impossibilità di offrire soluzioni alternative. Pertanto siamo a chiedervi di consegnare l’edificio per il cantiere nei tempi di legge e vi invitiamo a prendere contatto con le nostre segreterie al fine di svolgere questo passaggio in modo concordato. 
Cordiali saluti
Vicesindaco Andrea Micalizzi
Ass. Andrea Colasio
ndr. c’è di che commentare e controbattere a questa burla del parallelista Micalizzi, “Tutto arbitrario, tutto documentato”…ma andiamo oltre, ci ritorneremo…


Il 21.11.2023, cioè 7 mesi e 21 giorni dall’ultima PEC, ne arriva un altra dal bizzoso OGGETTO: Rilascio locali presso lex Macello di via Cornaro (dimenticato l’apostrofo), sempre dallo stesso Settore e Ufficio, firmata questa volta dal Capo Settore dott. Luca Contato, indirizzata sempre a noi e non ai ns. avvocati, con p.c. a: Ufficio Tecnico Patrimonio, Settore Lavori Pubblici e Domenico Lo Bosco (senza qualifica). Veniamo informati quindi che il 24 ottobre, l’assessore Colasio ha portato in Giunta la delibera con cui è stato approvato il progetto esecutivo relativo alla ristrutturazione dell’edificio a L (il nostro) facente parte del complesso architettonico dell’ex macello di via Cornaro e che breve (molto breve, manca la a) si procederà con il bando per i lavori di ristrutturazione e l’amministrazione dovrà necessariamente procedere con l’avvio dei lavori stessi. Come già più volte evidenziato lo spostamento di quanto contenuto nei locali da Voi utilizzati è condicio sine qua (manca il non) per l’inizio dei lavori. Preso atto che gli spazi alternativi proposti nel tempo dall’Amministrazione non sono mai stati da Voi accettati, e che perdura, da parte vostra, l’occupazione dei locali, si chiede di provvedere alla sgombero completo del materiale depositato nella sede di via Cornaro, entro il 15 dicembre 2023. In ogni caso sarà dovuta per l’occupazione dei locali per gli ultimi 5 anni, un’indennità pari ad € 1.100,00/annui. In caso di mancato sgombero, il Comune procederà al recupero coattivo dei locali intervenendo, in autotutela; tutte le cose che saranno rinvenute all’interno dei locali saranno considerate come “abbandonate” ed entreranno nel possesso del Comune di Padova.
Saranno a Vostro carico, oltre alle indennità di occupazione sopra indicate, tutte le spese relative
alla procedura di recupero coattivo
.

(segue firma)


…è d’obbligo il commento della PEC del Comune/Contato qui sopra…proviamo a disenigmaticare (come direbbe Manganelli) parte del contenuto: l’assessore Colasio è riuscito a far passare la sua proposta scritta in Giunta, che l’ha trasformata in delibera n. 2023/0541 del 24/10/2023 per la modica cifra di 568,719€; per “spazi alternativi proposti nel tempo dall’Amministrazione” si intendono gli spazi (inaccettabili, a parte il magazzino/deposito di via Austria che avremmo accettato) da noi ampiamente descritti nei paragrafi sopra…(continua…)


SONO GIA’ STATI INFORMATI DEI FATTI


Presidente della Repubblica – Dott. Sergio Mattarella

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dott.ssa Giorgia Meloni

Ministra per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dott.ssa Eugenia Roccella

Ministro della Salute – Ministero della Salute – Prof. Orazio Schillaci

Ministro della Cultura – Ministero della Cultura – Dott. Alessandro Giuli

Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali – Dott.ssa Marina Elvira Calderone
Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie
Capo Dipartimento Dott. Alessandro Lombardi


Garante Regionale dei Diritti della Persona – Consiglio Regionale Veneto – Dott. Mario Caramel

Presidente del Consiglio Comunale Città di Padova – Dott. Antonio Foresta

Segnalazione alla Commissione Europea

Dott. Vittorio Sgarbi

Redazione di Striscia la Notizia

Redazione de Le Iene

Redazione Culturale de La Repubblica

Redazione Culturale de il Corriere del Veneto

Corriere del Veneto – Capo Settore Cultura – Dott. Alessandro Zangrando

Padova Oggi – Segnalazione

Mattino di Padova

Redazione Culturale de Il Gazzettino

ndr. questo è un work in progress
e abbiamo speso per lo spostamento dei ns. beni tra noleggio furgone e operai, già 1600 euro

Ecco come siamo stati costretti ad accatastare i ns. beni, oggettistica, scenografie, materiali vari…open air! Grazie Comune di Padova!

p.s. È giocoforza sottolineare che non avremo più rapporti di collaborazione con il Comune di Padova, fino a che questa Giunta non decadrà…non manca tanto…